Quante volte abbiamo sentito dire “pensa positivo”?
“Facile pensare positivo quando le cose ti vanno bene! Credo bene che sono positivo quando è tutto ok!”, e al contempo: “Come fai a dire di essere positivo quando tutto intorno a te viene giù come un edificio durante un terremoto? Stai mentendo a te stesso! Sei illusoriamente sganciato dalla realtà!”
Il pensiero positivo come bias cognitivo?
E’ per questa ragione che la filosofia del pensare positivo è così invisa a molte persone. Il pensiero positivo sembra loro assumere i contorni di un bias cognitivo che ci sospinge a vedere ciò che corrisponde alle nostre aspettative, una manipolazione psicologica strutturale esercitata su sé stessi, finalizzata a far passare la realtà come vorremmo che fosse, invece che come realmente è.

Credo sia interessante toccare questo argomento in un momento così difficile della vita sociale nazionale e internazionale, nonché inevitabilmente della vita personale di ciascuno di noi.
Che ruolo svolge il pensiero positivo in questo scenario?
Distinguere tra realtà e interpretazione della realtà
La realtà, la vita, gli eventi, gli accadimenti in sé non sono positivi o negativi. Lo diventano per chi li qualifica come tali in funzione dei propri fini.
Un terremoto è una disgrazia per gli esseri viventi che si trovano a subirlo nel proprio perimetro esistenziale. Ma non sappiamo se per il pianeta non sia una benedizione laddove se quella energia non trovasse sfogo potrebbe determinare problemi ancora più catastrofici per tutti. La risposta sarà creare strutture antisismiche e imparare a prevedere l’arrivo del sisma.
Sappiamo che assumere farmaci è sempre fastidioso e a volte doloroso. Ma sappiamo che in certi casi, non assumerli potrebbe diventarlo ancora di più.
Non sono quindi i terremoti o i farmaci ad essere buoni o cattivi ma la cornice semantica, il significato che noi attribuiamo ad essi in funzione del perimetro interpretativo nel quale collochiamo l’esperienza.

Pensiero positivo o interpretazione funzionale?
Pensiero positivo dunque non è delirio distorsivo della realtà. Esso è scelta consapevole di collocare gli eventi in una cornice interpretativa più ampia, ben sapendo che la polarità delle esperienze (positiva o negativa), non è intrinseca agli eventi, bensì in tutti casi, un derivato della nostra scelta. Non esiste una lettura più vera dell’altra: sono entrambe relative e dunque false in sé. Ma tra le due letture ne esiste tuttavia una più funzionale.
Sei libero di scegliere e confrontarti con gli effetti della tua scelta!

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