L’isolamento forzato rinforza il bisogno di aggregazione o ci allena e ci abitua alla solitudine? La deprivazione ne accresce o riduce il bisogno?
Può arrivare a cambiare un comportamento spontaneo, radicato nelle regole inconsce di comunicazione interpersonale di una cultura, esercitate per anni?

Dal punto di vista della letteratura filosofica e scientifica, andiamo incontro a due possibili risposte comportamentali, dipendenti dal nostro personale modo di reagire al condizionamento e di adattarci alla realtà percepita:
- L’inibizione forzata aumenta il desiderio;
- La paura produce cambiamenti adattivi.
✅ Se adottiamo la distanza ed il non-contatto come misura di sicurezza, come scelta razionale non accompagnata dalla paura, l’emozione del contatto non viene sostituita da un’emozione più forte, e dunque sarà semplicemente “sospesa”, in attesa di essere nuovamente abilitata e liberata.
Assistiamo già a questo fenomeno: da zona rossa a zona arancione … tana libera tutti! Prossimità, riduzione del rispetto delle regole, contatti…
⛔ Se invece si insinua in noi la paura, e col passare del tempo si stabilizza, allora l’emozione del contatto lascia il posto ad un’emozione più potente. La paura del dolore allontana l’esperienza del piacere.
Un cambiamento comportamentale radicale può essere giustificato solo da un’emozione più forte di quella che lo precede. Dove persiste la paura, il contatto soccombe.
Chi continuerà a nutrire timori e sfiducia, sarà ben disposto a rinunciare al piacere del contatto, anche definitivamente; i cambiamenti adattivi possono essere persistenti e persino definitivi!
Si adatterà, creando sistemi di difesa e cercando modalità di comunicazione compensatorie.
Cambieranno gli scenari?
Sicuramente qualcosa cambierà, probabilmente ci saranno più “distaccati prudenti diffidenti”, ma d’altronde già esistono. E ci saranno gli amanti dei baci e degli abbracci, che sono certo nel nostro paese rifioriranno copiosi!
Nei nuovi scenari potremo, e già possiamo, compensare il disagio emotivo indotto dalla distanza fisica e dalla paura con un abbraccio vocale caldo e avvolgente, lo sguardo accogliente, presente e attivo per esprimere la piena attenzione, l’ascolto e la partecipazione emotiva… sviluppando la nostra sensibilità empatica e capacità di immedesimazione, migliorando l’uso di parole emozionali, l’espressione viva del viso ed una gestualità ricca e composta.
In questo modo, sono certo, riusciremo a riscaldare gli animi… che ne avranno tanto bisogno!

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