Si sente parlare sempre più spesso di comunicazione efficace.
E’ ovunque: sia nella nostra realtà aziendale che nella vita di tutti i giorni. Ma, se ci soffermiamo un attimo a pensarci, sappiamo che cosa è la comunicazione efficace? Che cosa significa? Come funziona?
Bene, scopriamolo insieme!

Cosa si intente per “Comunicazione efficace”?
Innanzitutto:
Possiamo parlare di comunicazione efficace quando un parlante riesce a suscitare in un ricevente la comprensione di un messaggio nel modo più conforme possibile alle proprie intenzioni enunciative (es. “ho capito ciò che vuoi dire“), a prescindere dalle valutazioni di merito, dal conseguente giudizio e dalla posizione dialettica che il ricevente assumerà (es. “sono/non sono d’accordo“).
Come funziona?
Se, alla fine della valutazione del ricevente, il giudizio di merito è conforme anche in virtù della chiarezza enunciativa, si genererà la condivisione spontanea, l’accordo tra gli interagenti.
Può accadere tuttavia che, a seguito di un confronto, le valutazioni ed i giudizi di merito si presentino diversi, che sia per scarsità di informazioni o di argomentazioni; oppure per disordine enunciativo o ancora per debolezza del ragionamento proposto o per errori logici.

Si aprirà allora un percorso interattivo che porterà, attraverso il ragionamento dialettico, alla comprensione vicendevole e alla ricerca di una posizione condivisa.
Persuasione o manipolazione? Le differenze.
A questo punto, in situazioni di questo genere, si manifesta generalmente la persuasività:
cioè quella capacità, da parte di un interlocutore, di facilitare il consenso e l’assunzione spontanea della propria posizione, sulla base di argomenti condivisibili per ragioni e per valori, e dunque convincenti.
Tale consenso, suscitato spontaneamente, non sarà mai estorto: non c’è suggestione, inganno o manipolazione, plagio ne violenza ideologica.
👉 Se non si ha ben chiaro dove si trovi la differenza tra persuasione e manipolazione, suggeriamo subito che è interamente nell’intenzione cosciente del proponente.
Ci troviamo di fronte alla manipolazione quando il parlante è deliberatamente e coscientemente orientato a trarre in inganno il proprio interlocutore; basandosi sulla sua debolezza, mancanza di informazioni, incapacità di valutare, difficoltà a svolgere un ragionamento compiuto o bisogno di credere;
quando, impiegando in modo subdolo e strumentale le risorse di cui dispone, ne devierà e corromperà il giudizio, limitandone in questo modo anche la libertà valutativa.

Tuttavia, va precisato che, ogni volta che un soggetto interagisce, sostiene una posizione che gli è propria ed è per questo naturalmente e spontaneamente sospinto a condividerla e all’occorrenza a professarla.
Ogni parlante è quindi orientato alla persuasione di default.
☝️ Se sorretto da pulsioni di affermazione di sé (indotte da paure o complessi di inferiorità e superiorità), sarà portato a competere e confliggere per affermare sé stesso contro;
✌️ Se invece è aperto ed equilibrato, sostenuto dal piacere del confronto orientato alla migliore comprensione e crescita, sarà portato ad interagire costruttivamente, mosso da istanze di affermazione della tesi, sostenendo dialetticamente la posizione fino alla sua sostenibilità.
In questo secondo caso, la persuasione diverrà così pura e semplice argomentazione, alla ricerca della sostenibilità di una tesi in un confronto con, per la verifica della adeguatezza.
Gli strumenti della Comunicazione efficace
👉 In questo quadro gli strumenti dialettici (oratoria, dialettica, retorica, logica) costituiscono le chiavi attraverso le quali il parlante impara a discriminare (riconoscere) e comunicare (condividere) le sintesi conoscitive il più possibile depurate da distorsioni percettive e cognitive.
Ecco dunque che “comunicazione efficace” è estensivamente capacità logica e di valutazione, argomentazione, giudizio, ascolto, comprensione del decoder altrui, coniugazione e traduzione nel linguaggio del ricevente.

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